Parte di quello che fu il bosco di Calatamauro nel 1997 è diventata la Riserva Naturale orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco oggi ricadente all'interno del Parco dei Monti Sicani.

L'intento della Riserva prima e del parco poi è stato quello di conservare e proteggere una serie di ambienti di rilevante interesse naturalistico e paesaggistico: Monte Genuardo, Bosco del Pomo, Bosco di Santa Maria del Bosco di Calatamauro dove ai valori connessi alla flora e alla fauna e alla vegetazione della Macchia mediterranea si aggiungono ambienti umidi e caratteristiche geomorfologiche dei luoghi creando un "sistema naturalistico" particolare. A questo si integra un "sistema culturale" di pregio dato che nell'aria sono presenti: Adranone, Santa Maria del Bosco, il Castello di Calatamauro, una serie di percorsi al servizio delle attività agro-silvo-pastorali con tanti marcati e bevai e poi un enorme patrimonio artistico, storico, monumentale dei tre comuni vicini: Contessa Entellina, Giuliana e Sambuca di Sicilia.

Nella Cronaca della libreria Comunale di Palermo il Bosco di Calatamauro viene così descritto:

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"Il bosco è coperto da annose e grossissime quercie ed elci che producono dolcissime ghiande. Si estende come un delizioso giardino nel quale di passo in passo si trovano sorgenti di fresche e limpide acque. Vi nasce gran copia di diversi semplici, cui gli speziali mandano a raccogliere, come anche il polpadio che cresce sui tronchi delle quercie, nei cavi delle api mellificano senza cura umana e vi depongono un miele impietrito e bianco come lo zucchero, essendo di fiori di ellera. Vi abbonda la selvaggina, cioè: conigli, lepri, pernici, beccacci, daini, caprii, cinghiali, i quali ora son divenuti più radi per il diradarsi dei cespugli e dei macchioni.

Vi sono lupi e volpi in gran numero. Gli abitanti di Giuliana vi vengono di notte con le fiaccole accese e vi prendono grandissime quantità di uccelli minuti come frinquelli ed altri volatili che la notte si riducono nel bosco dietro il ridolso delle ellere. Vi abbondano pure i funghi di ferula che mai fecero male a nessuno ed asparagi teneri e neri migliori dei domestici che si mangiano in lombardia."

 

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Il Re Ferdinando  I ebbe cura di far innestare vari alberi fruttiferi e selvatici sparsi in tutto il bosco cioè: peri, pomi, servi, nespoli, lazzeruoli, corbezzoli ecc. ne bandì la riserva sicchè a nessuno era lecito di penetrarvi per cacciare, ne fece un bosco modello, vi accedeva spesse volte e soggiornando ora nel Monasterio, ora in un elegante villino fatto di proposito costruire nel bosco del pomo vi si deliziava alla caccia dei cinghiali.

Tratto da:

IL MONASTERO DI SANTA MARIA DEL BOSCO DI CALATAMAURO IN SICILIA - Sac. Atanasio Schirò

Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco come un delizioso giardino - F. Alaimo - L'Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro a cura di A. G. Marchese